Ho molto amato questa scrittrice, soprattutto quando parlava della Sicilia (la zia marchesa, la mennulara), questa volta mi ha deluso. Un libro in parte autobiografico, in parte dedicato al figlio e alla sua disabilità, ma privo di organicità, sembrano pensieri alla rinfusa. Si coglie l’intento di fondo di dedicare il lavoro alla scoperta della disabilità in generale e alla sua considerazione all’interno della società, ai problemi che queste persone devono continuamente affrontare, ritengo discutibile il modo in cui è stato affrontato.
