Un romanzo di resistenza. Non solo nei confronti della guerra, del fascismo, del nazismo, ma anche verso tutto quello che la vita ci porta ad affrontare. All’interno della famiglia, nelle amicizie, nella comunità di cui facciamo parte. Una storia di coraggio.
“Anche le ferite che non guariscono prima o poi smettono di sanguinare. La rabbia, persino quella della violenza inflitta, è destinata come tutto a slentarsi, ad arrendersi a qualcosa di più grande di cui non conosco il nome…nessuno può capire cosa c’è sotto le cose..andare avanti..è l’unica direzione concessa”
Balzano scrive bene. L’avevo incontrato qualche anno fa mentre presentava “L’ultimo arrivato”. Mi era parso una brava persona, un insegnante attento.
Forse da questo libro mi aspettavo di più, non so. Ho trovato troppe cose scontate.
Non posso dire che non mi sia piaciuto, tutt’altro. Ma credo di essermi aspettata qualcosa di più.
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