L’eleganza del killer (Roversi)

Apprezzo sempre d più gli scrittori italiani, mi piace ritrovarmi nelle ambientazioni conosciute, in luoghi che ho visitato. In questo libro siamo a Milano, una città che ho imparato a conoscere e che mi piace per la sua vitalità e per quello che offre. So che non è facile viverci, ma è una grande città con tutte le sue contraddizioni, che mantiene comunque una dimensione umana.

La storia narrata è intrigante e piacevolmente coinvolgente, un giallo, ma di casa , incalzante, ma non secondo i canoni statunitensi, sempre eccessivi . Una lettura non impegnativa, ma che dà soddisfazione!

Ragazze smarrite (Vichi)

Mi piace il commissario Bordelli, il suo modo di indagare, le sue convinzioni. Mi piace il periodo in cui le sue indagini sono collocate, questa ad esempio è negli anni settanta, non ci sono telefoni cellulari, niente internet, niente profiler, solo istinto e tanta buona volontà. Mi sono chiesta, mentre leggevo il libro, se un ragazzo, oggi riesce ad immaginare una realtà non connessa, se immagina una vita senza poter costantemente essere a conoscenza di tutto quello che succede non solo in Italia, ma nel mondo intero. Senza sapere in tempo reale gli ultimi successi della sua band preferita, o avere l’ultimo gioco da prenotare ancora prima che esca sul mercato. Eppure la vita era così e non sembrava neanche strana..ma assolutamente normale! Tornando al libro, come al solito il commissario arriva alla soluzione del caso, ma è un caso speciale, perché l’ultimo prima della pensione. E su questo punto che si concentra l’attenzione, sulle sue paure, sui ricordi, che sempre nelle sue indagini hanno grande importanza, sui progetti per la nuova fase della sua vita. Gli amici gli sono vicini e anche la sua giovane compagna, ma si percepisce l’ansia e la preoccupazione di non saper riempire una vita che per così tanti anni era stata scandita dalla sua attività. Chissà se lo ritroveremo in una prossima avventura oppure se è un addio definitivo, sarebbe un vero peccato!

La disciplina di Penelope (Carofiglio)

Un libro che racconta la storia di una donna, pubblico ministero, che riesce a ritrovare motivazioni sufficienti per rimettersi a lavorare, dopo una brutta storia. Racconta delle indecisioni iniziali, dell’entusiasmo successivo di sentirsi di nuovo attivi e utili, della bellezza di poter di nuovo utilizzare le proprie capacità anche se non in forma ufficiale, anche se solo per provare a se stessa di essere ancora in grado di farlo.

La scrittura di Carofiglio cattura e incanta, la sua scorrevolezza ti accompagna alla fine con gentilezza e crea l’aspettativa della prossima lettura.

L’arte sconosciuta del volo (Fovanna)

Un libro che racconta una vita. Un episodio cruento dell’infanzia del protagonista Tobia che viene sommerso dagli eventi della vita e poi riemerge e fa nascere l’esigenza di chiarezza. Tornare ai luoghi dell’infanzia e risolvere, almeno dal punto di vista personale, i nodi rimasti consente una nuova ripartenza, senza la pesantezza di un passato troppo a lungo sopportata.

“C’è un tempo preciso, forse un istante, in cui d’improvviso ci si stanca di insistere. Ci si arrende e si dà accesso al nuovo, al futuro”

“Nessuno lo sa, chi l’ha provato non lo può raccontare. La vita che ti abbandona, con il suo bagaglio di desideri, slanci e passioni, la vita che ti saluta e non ritornerà…Quanto dura quell’istante in cui vedi scendere la fine? Quanto si dilata…Cosa pensi in quelle frazioni di secondo? A chi? Cos’altro speri, quando intuisci che il Tempo, il tuo certo, si ferma di colpo, come un treno contro un enorme masso..”

Terra Alta (Cercas)

La trama è quella di un giallo e la vicenda è abbastanza intricata da tenere viva l’attenzione fino alla fine. Ma è anche qualcosa di più..Il protagonista Melchor Marin è “diverso” dai soliti investigatori, sia per il passato che avuto e lo ha portato a diventare un poliziotto, sia per come intende interpretare la sua professione. Un libro che mescola sapientemente gli aspetti umani a quelli della narrazione del “caso” e rende la lettura assai piacevole.

L’enigma della camera 622

Le aspettative per questo libro erano molto alte, il ricordo del precedente “la verità sul caso di Harry Quebert” troppo vivido. Quindi la delusione è stata molto forte. La storia mi è sembrata troppo prolissa, avrebbe potuto essere risolta molto prima, a tratti mi è sembrato di leggere un romanzo rosa per l’eccessivo accento dato alle controverse vicende sentimentali dei protagonisti. L’invenzione narrativa alla base dell’intero intrigo piuttosto debole e del tutto inverosimile. Il tributo voluto dallo “scrittore” nei confronti dell’editore, suo mentore, è comprensibile, ma talmente estraneo alla storia da risultare fastidioso.

Riccardino (Camilleri)

Non avrei mai potuto mancare l’appuntamento finale con il Commissario Montalbano, che ho seguito dagli esordi e che ho amato intensamente…Nonostante le preoccupazioni dell’Autore io non mi sono mai stancata della ripetitività delle situazioni, dei luoghi, delle storie. Anzi per me era sempre l’occasione per ritrovare ambientazioni, colori, odori di una Sicilia che proprio grazie a questi libri mi è entrata nel cuore.

Capisco la difficoltà di chiudere con un personaggio che forse ad un certo punto è diventato anche ingombrante tra la sua forma cartacea e quella della versione televisiva. Personaggi uguali, come interpreti delle storie, ma diversi fisicamente e, da un certo punto in poi, anche caratterialmente. Non voglio criticare uno scrittore che ho apprezzato non solo per i libri di Montalbano, ma anche per la sua produzione storica e narrativa, però dissento dalla sua scelta per porre fine a questo personaggio, non mi è sembrata all’altezza di tutto il resto e mi ha lasciato una grande amarezza..

Se volete …

Il metodo Catalanotti (Camilleri), La rete di protezione (Camilleri)

Una lettera per Sara (de Giovanni)

Un’altro episodio per Sara, questo strano nuovo personaggio di de Giovanni..Non sono ancora riuscita ad affezionarmi al trio composto da Sara ex appartenente ai Servizi, l’ispettore Pardo e Viola la fotografa free-lance, vessata dalla madre. A tratti mi sembrano le brutte copie dei personaggi dei precedenti libri (I bastardi di Pizzofalcone e il commissario Ricciardi). Lo stile è abbastanza simile anche in questa nuova serie, dove ampio spazio viene lasciato alle considerazioni intimistiche dei protagonisti e, come nei libri del commissario Ricciardi, prevale la componente melanconica e triste. Insomma non un gran libro, spero che i prossimi siano più accattivanti..

Se siete interessati alle puntate precedenti Sara al tramonto (De Giovanni)

La fiamma nel buio (Connelly)

Niente di nuovo..a parte ovviamente il nuovo episodio della saga di Bosh. Un detective in pensione che non riesce a dimenticare e a lasciare la sua ex attività. Attraverso ogni possibile sotterfugio si intrufola in casi “freddi” e non; sfruttando la sua abilità li risolve prontamente. Tutto pronto quindi per la nuova stagione della serie TV.. all’insegna del tipico format americano.

Una donna normale (Costantini)

Era da tempo che non mi capitava nelle mani un libro così, di quelli che non si riescono a lasciare, che hai bisogno di finire nel più breve tempo possibile..Oltre a questo un’altra piacevole sorpresa è stata la protagonista, Aba, la donna normale. Per una volta pensare al mondo delle spie con una prospettiva diversa da quella a cui siamo stati abituati, quindi niente donne avvenenti e maschi aitanti, ma una donna normale con marito e figli adolescenti alle prese con i problemi di tutti i giorni che cerca di conciliare tutto questo con la sua professione.. di spia.