Credo che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, abbia desiderato tornare indietro nel tempo e rimediare per un comportamento che non avremmo voluto avere, una frase che non avremmo voluto dire. Quanto tempo spendiamo immaginando il corso che la nostra vita avrebbe potuto avere se in quella occasione avessimo preso una decisione diversa e guarda caso tutto appare sempre migliore di quanto avviene nella nostra vita di ogni giorno. In questo libro esiste un caffè dove è possibile viaggiare nel tempo, sia nel passato che nel futuro, ma le limitazioni sono molto forti perché non si può modificare il corso degli eventi. Il tempo assegnato ai viaggiatori del tempo è quello che serve ad un caffè per raffreddarsi ed è in quel tempo che devono riuscire a dire quello che avrebbero voluto, sapendo che comunque nulla cambierà. Solo la consapevolezza, tornati al presente di aver fatto tutto quanto possibile per rasserenare la loro esistenza e vivere ogni giorno nel miglior modo possibile. Assolutamente da leggere!
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Una lettera per Sara (de Giovanni)
Un’altro episodio per Sara, questo strano nuovo personaggio di de Giovanni..Non sono ancora riuscita ad affezionarmi al trio composto da Sara ex appartenente ai Servizi, l’ispettore Pardo e Viola la fotografa free-lance, vessata dalla madre. A tratti mi sembrano le brutte copie dei personaggi dei precedenti libri (I bastardi di Pizzofalcone e il commissario Ricciardi). Lo stile è abbastanza simile anche in questa nuova serie, dove ampio spazio viene lasciato alle considerazioni intimistiche dei protagonisti e, come nei libri del commissario Ricciardi, prevale la componente melanconica e triste. Insomma non un gran libro, spero che i prossimi siano più accattivanti..
Se siete interessati alle puntate precedenti Sara al tramonto (De Giovanni)
Quantum (Cornwell)
Anni fa ero un’appassionata lettrice dei libri della Cornwell ed ho seguito tutte le avventure della sua precedente eroina Kay Scarpetta. Per cui appena ho realizzato che aveva iniziato una nuova “serie” mi è sorta la curiosità di scoprire la novità..
A dire il vero di nuovo c’è molto poco. Perché l’ambiente è sempre quello del dipartimento di polizia dei servizi segreti con l’aggiunta di quello di ricerca della NASA. Tante armi, tanti morti, uno uno stato di tensione costante, molto americano …
L’educazione (Westover)
Ho sempre guardato con sospetto tutte le forme di integralismo, e leggendo questo libro una volta di più mi rendo conto di quanto dolore e devastazione possano determinare nella vita di una persona. Mi rendo conto che in questo caso i principi alla base della scelta di vita della famiglia forse, di per se stessi, non avrebbero comportato effetti così devastanti se non accompagnati dagli evidenti problemi mentali di alcuni componenti del nucleo familiare, ma questo non giustifica in alcun modo quanto è accaduto a Tara, la protagonista. Che ha trovato nell’educazione una sofferta e non scontata via d’uscita.
“Ripensandoci, credo che sia stata questa la mia educazione, quella che avrebbe contato qualcosa: le ore che passai seduta a una scrivania presa in prestito, cercando di analizzare piccoli frammenti di dottrina mormona e di imitare un fratello che mi aveva abbandonato. Fu così che acquisii una dote fondamentale: la pazienza di studiare cose che non riuscivo ancora a capire.”
“Avevo capito che eravamo stati scolpiti da una tradizione che ci era stata data da altri, una tradizione di cui eravamo volutamente o accidentalmente all’oscuro. Mi ero resa conto che avevamo prestato le nostre voci a un discorso il cui unico scopo era quello di disumanizzare e abbruttire gli altri – perché era più facile alimentare quel discorso, perché conservare il potere sembra sempre la strada migliore”
“..ma c’era una una singola frase scritta da John Stuart Mill che, quando la lessi, mi aprì un mondo: “E’ un argomento di cui non si può sapere nulla di definitivo”. L’argomento a cui si riferiva Mill era la natura delle donne. Mill sosteneva che le donne erano state persuase, convinte, spinte, costrette a una serie di forzature femminili per così tanti secoli, che era impossibile definire le loro capacità o aspirazioni naturali.Mi salì il sangue alla testa. Provai un’elettrizzante scarica di adrenalina, un senso di possibilità, di un confine che veniva ampliato…Non avevo mai trovato così tanto conforto in un vuoto, nella buia assenza di certezze. Sembrava dirmi:qualunque cosa sei, sei una donna.”
“Ma la giustificazione non può cancellare il senso di colpa. Nessuna rabbia, nessun rancore verso gli altri può soffocarlo, perché il senso di colpa non riguarda mai gli altri. Il senso di colpa è paura della propria mediocrità. Non ha niente a che fare con le altre persone. Mi sono liberata del senso di colpa quando ho accettato la mia decisione per quello che era, senza alimentare all’infinito vecchi rancori, senza mettere sulla bilancia gli errori di mio padre piuttosto che i miei. Senza pensare più a mio padre. Ho imparato ad accettare la mia decisione per me stessa, per il mio bene, non per lui. Perché ne avevo bisogno, non perché lui se lo meritava.”
La signora del martedì (Carlotto)
Chapeau! La prima cosa che mi sento di dire dopo aver finito questo libro. Ne ho letti tanti e molti mi hanno coinvolto per la trama, per la suspense, ma questo mi ha sorpreso per la originalità della storia, talmente incredibile dalla prima all’ultima pagina da essere proprio per questo veramente bello da leggere..
Cambiare l’acqua ai fiori (Perrin)
L’ambientazione è sicuramente destabilizzante e per noi anche inconsueta perché nei nostri cimiteri non esiste un custode. Ma questo luogo dà una prospettiva particolare alle vicende della vita e della morte. Si vedono le persone che arrivano perché muoiono, ma anche quelle che accompagnano, quelle che tornano per elaborare il lutto, quelle che non ci riescono, quelle che si ricongiungono.
In questo libro c’è la storia della protagonista Violette (la custode) che si sviluppa in queste pagine, ma seppur apprezzandola ho preferito sottolineare l’aspetto più ampio legato alle storie di tutti e forse anche voi leggendolo vi riconoscerete in uno di quei personaggi che frequentano i cimiteri..
“La vita è come una staffetta Violette. Passi il testimone a qualcuno che lo prende e a sua volta lo passa a qualcun altro. Io l’ho passato a te e tu un giorno lo ripasserai”
“Quando morirò non ci sarà nessuno a piangermi, non lascerò il dispiacere dietro di me, e me ne andrò leggero, liberato dal peso delle loro vite. Solo gli egoisti tremano per la loro morte, gli altri tremano per quelli che lasciano.”
“Sarai per sempre tutti i miei amori, il primo, il secondo, il decimo e l’ultimo. Sarai per sempre i miei ricordi più belli, le mie grandi speranze…”
Carta bianca (Lucarelli)
Mi sono incuriosita quando ho visto questo piccolo libriccino blu scritto da Lucarelli, così diverso da quelli che siamo abituati a trovare adesso nelle librerie. Era agli inizi e forse qualcuno potrebbe trovare qualche sbavatura nella trama, qualche imperfezione di altro genere che io sicuramente non sono in grado di cogliere. Di certo ho trovato la freschezza della narrazione e della scrittura che poi è rimasta anche nella sua produzione successiva..e questo nonostante io non ami particolarmente leggere libri che parlano del periodo della guerra e della liberazione.
Basta! (Gruber)
Nella prima parte del suo libro Lilli Gruber ci ricorda gli avvenimenti più rilevanti del 2019 e li ripropone da un angolatura diversa, rispetto a quella ufficiale, e cioè quella femminile, evidenziando le discriminazioni, i pregiudizi e le ingiustizie che le donne stanno ancora subendo nella società. La chiusa del libro, che ho particolarmente apprezzato, racchiude dei consigli e delle proposte per prendere in mano la propria vita!
“..visibilità fa rima con responsabilità e credibilità…il rispetto della forma, la serietà e la cultura aiutano a costruire strategie per il successo alla portata di tutte.”
“Evitate di mescolare il piano professionale con quello dell’amicizia e del sesso..Però non abbiate paura del potere. All’inizio della mia carriera non avrei mai detto che ne desideravo di più. Mi sembrava un sinonimo di compromesso, prevaricazione, arroganza. Una cosa poco pulita, non una legittima aspirazione. Ma il potere è un mezzo. significa decidere.Diventa sporco se lo usano persone corrotte.Resta maschile se solo gli uomini lo maneggiano.Non è né buono né cattivo: dipende cosa ne fai quando ce l’hai. Imparate a gestirlo: offre l’opportunità di migliorare le condizioni di tutti.”
“Imparate a dire di no agli uomini. Quando vi dicono di tacere: no. Quando vogliono pagarvi di meno: no. Quando a letto non pensano prima a voi :no Mettete in discussione l’autorità maschile..”
“Uscite molto, in gruppo e divertendovi. Occupate lo spazio pubblico ‘ marcando il territorio’: prendetevi le strade le piazze, le osterie. Per le più grandi, che hanno responsabilità familiari: ritagliatevi quella mezz’ora per stare fuori a bere un caffè o un gin&tonic con le amiche…Non bastano il telefono e i social. La conoscenza personale e l’occupazione del territorio ti rendono più forte, i maschi lo sanno da sempre.”
” ..andate a prendervi ciò che vi spetta…conquistare una solida autonomia economica, perché nessuno potesse mai controllarci e comandarci..(mia madre) ci ha sempre incoraggiato a combatter per avere compensi all’altezza. Nessuno vi darà un premio perché siete state brave e anche se fosse, non è un premio quello che cercate. Sono sacrosanti diritti, I vostri colleghi sanno chiedere, e ottengono, posizioni di prestigio, aumenti di stipendio gratifiche e bonus. Imparate a chiederli anche voi, con forza e con i metodi giusti..E studiate. Sempre, tutto, un sacco. Il lato positivo dell’intollerabile lassismo di questi tempi è che incontrerete uomini impreparati. Auto compiaciuti. Rilassati. Hanno dalla loro millenni di storia in cui sono stati ascoltati solo in quanto maschi e per questo dono in genere più bravi a farsi valere..Ma voi potete essere più competenti, più preparate più incalzanti.”
Idda (Marzano)
Un libro che mi ha completamente spiazzato. Mi aspettavo di immergermi nei colori e nelle atmosfere calde ed accoglienti del meridione d’Italia, tra profumi e spezie, terre arse, ulivi, masserie e l’odore del mare ed invece mi sono trovata immersa in una storia completamente diversa. Di una vita che sta finendo dolcemente e che passa il testimone per l’inizio di una nuova, ma in una Parigi molto meno calda ed accogliente del Salento.
«La dottoressa ha detto che l’unica frase che non scompare mai è “ti amo”; è quella che scelgono i suoi pazienti quando chiede loro di scrivere su un foglio la frase che preferiscono, anche se della propria esistenza non ricordano più nulla. È come se solo l’amore potesse ancora tenerli in vita»
Uno sporco lavoro (Morchio)
Mi ha lasciato indifferente questo libro e quindi trovo difficile trovare una valida ragione per proporvelo. E’ scritto bene, la trama è avvincente, ma manca quel “qualcosa che ” ti prende e lo rende un libro interessante..