Mi piace il commissario Bordelli, il suo modo di indagare, le sue convinzioni. Mi piace il periodo in cui le sue indagini sono collocate, questa ad esempio è negli anni settanta, non ci sono telefoni cellulari, niente internet, niente profiler, solo istinto e tanta buona volontà. Mi sono chiesta, mentre leggevo il libro, se un ragazzo, oggi riesce ad immaginare una realtà non connessa, se immagina una vita senza poter costantemente essere a conoscenza di tutto quello che succede non solo in Italia, ma nel mondo intero. Senza sapere in tempo reale gli ultimi successi della sua band preferita, o avere l’ultimo gioco da prenotare ancora prima che esca sul mercato. Eppure la vita era così e non sembrava neanche strana..ma assolutamente normale! Tornando al libro, come al solito il commissario arriva alla soluzione del caso, ma è un caso speciale, perché l’ultimo prima della pensione. E su questo punto che si concentra l’attenzione, sulle sue paure, sui ricordi, che sempre nelle sue indagini hanno grande importanza, sui progetti per la nuova fase della sua vita. Gli amici gli sono vicini e anche la sua giovane compagna, ma si percepisce l’ansia e la preoccupazione di non saper riempire una vita che per così tanti anni era stata scandita dalla sua attività. Chissà se lo ritroveremo in una prossima avventura oppure se è un addio definitivo, sarebbe un vero peccato!
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L’anno dei misteri (Vichi)
Avete presente quei momenti in cui vi accomodate nella poltrona che amate di più, con il fuoco acceso davanti, tutto il tempo a vostra disposizione, il telefono spento..Ecco questo è l’effetto che a me fa leggere un libro di Vichi della serie del commissario Bordelli. Mi piace molto il suo personaggio e molto anche quelli della combriccola che si ritrova periodicamente per le cene dei racconti, sono diventati quasi dei cari amici che mi fa piacere incontrare.