Gli ultimi giorni di quiete (Manzini)

Sembra che questo libro sia stato ispirato da una storia vera ed è vero che a volte la realtà supera la finzione. Ma in fondo non è proprio così perché la realtà proviene dalle stesse persone che creano la finzione, siamo sempre noi umani che agiamo, che prendiamo le nostre decisioni, che soccombiamo di fronte ad un evento che ci sembra ingiusto…che troviamo poi la forza di ricominciare oppure no. Forse dipende dalla capacità di elaborare la perdita, il lutto, la delusione, forse dalla capacità di fare un sorriso alla vita, che continua nonostante tutto.

“L’aveva persa già allora, lo sapeva, ma sperava sempre che il tempo avrebbe aggiustato tutto. Che invece scorreva senza scalfire il dolore, inutile, come acqua su una cerata. Nora si era rifugiata in quel dolore silenzioso, lui aveva continuato la vita pensando solo al negozio e ad aggiustare la moto. Nessuno dei due aveva avuto il coraggio di parlare, di vomitare tutta la disperazione. Avrebbe aiutato?”

“Quando Pasquale si svegliò era mattina inoltrata. Aprì le serrande, c’era il sole, il mare era calmo, una giornata di primavera in mezzo all’autunno. Gli venne da sorridere. Si era sempre vergognato di provare momenti di felicità. Una giornata di sole come quella, una bella partita di calcio in televisione, una chiacchiera con un vecchio compagno di liceo, un libro che lo incollava alle pagine. Quella mattina la scomoda sensazione di non poter sorridere l’aveva abbandonato. Si può, certo che si può…E sorridere non era mancanza d’affetto, non era sporcare il ricordo di Corrado con una distrazione, era vita. Lui era vivo, e quella fortuna andava onorata.”

Ah l’amore l’amore (Manzini)

In questo libro il “caso” che il vice questore risolve con la sua squadra dal suo letto di degenza in ospedale non è particolarmente avvincente, è più interessante seguire la storia degli altri personaggi presenti, da cui deriva anche il titolo del libro stesso, proprio come se fosse una serie tv (probabilmente non è casuale).

Ho visto la versione televisiva dedicata a Rocco Schiavone e tratta dai precedenti libri di Manzini. Ne sono rimasta entusiasta, poche volte ho trovato così grande aderenza tra le pagine scritte e la trasposizione in video. Il protagonista, interpretato dall’attore Marco Giallini, è esattamente come me lo ero immaginato..

Ogni riferimento è puramente casuale (Manzini)

Manzini l’ho conosciuto ed amato per il suo personaggio più famoso “Schiavone” e non mi perdo nessuna delle sue avventure. Ma ho imparato ad apprezzarlo anche quando scrive di argomenti diversi.

Per i non addetti ai lavori, come me, il mondo dell’editoria appare come un luogo magico popolato di libri e scrittori in cui sarebbe bellissimo vivere e anche lavorare. Dopo aver letto questo libro, scritto con molta ironia e leggerezza, l’immagine non è più così fatata, ma mi consolo con il fatto di aver letto un gran bel libro..

Rien ne va plus (Manzini)

Come sapete esiste anche una serie Tv che porta sugli schermi le vicende del vice questore Schiavone. E’ molto curata e molto coerente con i contenuti dei libri di Manzini, gli attori sono assolutamente come io me li ero immaginati leggendo le storie. Tutto questo preambolo per dire che adesso quando leggo i libri della serie Schiavone non posso fare a meno di immaginare la prossima puntata che vedrò e di attenderla con trepidazione ..

Fate il vostro gioco (Manzini)

Parlando di Schiavone in un precedente episodio l’ho definito “stropicciato” e ora sempre di più mi sembra un’immagine appropriata. Credo che proprio la sua imperfezione lo renda così vicino e accattivante. In questa sua nuova avventura emerge con forza anche la sua umanità e l’importanza che l’amicizia e gli affetti hanno nella sua vita. Io continuerò a seguire le sue avventure e voi?

“Lui arrivava a cose fatte, quando la vita se n’era andata e non c’era più da combattere. Si sentiva più uno spazzino, un monatto, di quelli che durante la peste se ne andavano in giro coi carretti a racattare cadaveri. Non salvava nessun, non era la speranza di nessuno. Lui lavorava al capolinea e soluzioni non ne aveva.”