Il libraio di Venezia (Montanaro)

Un piccolo gioiello, per la storia, per l’ambientazione, per i suggerimenti…Infatti alla fine è stata inserita una mappa e una guida alle librerie veneziane, utilissima per chi ama le piccole librerie, vuole scoprirle e viverle

” San Giacomo è bello, il campo più bello della città. Ci sono un cartolaio e un ferramenta, una ragazza che ha un negozio di zaini, un venditore di pianoforti, qualche osteria, la pizzeria, un gruppo che organizza un mercatino, proietta vecchi film. Decine di bambini giocano a calcio, ogni pomeriggio..”

“Anche se perdesse la libreria, anche se non dovesse venderne più, nessuno può torglierglieli. Può chiudere la Moby Dick, ma i libri esisteranno ancora, con le loro storie, nessuno potrà impedire a lui di leggerli, li ama per questo in fondo, è cominciato tutto così, perché a lui piace leggere, andarsene con la fantasia, usare l’immaginazione, ridere e piangere per cose che non esistono, che sono solo inchiostro, e per questo esistono ancora di più, è quello l’importante per lui, non deve dimenticarlo.”

“Avevo voglia di stare un poco con Venezia, volevo farci la pace.. Si incamminano per la corte del Milion, dove ci sono le case dei Polo, e poi verso Santa Marina, in direzione Castello. Parlano poco, ogni tanto, più spesso stanno in silenzio…Sofia gli indica le cose che le piacciono: una trifora, lo scorcio di un palazzo.. Scorgono le mura alte dell’Arsenale, sbucano per San Martino, proseguono per la Porta dei Leoni, e poi cercano senza fretta calli piccole, ponti storti, finestre di case popolari, socchiuse, quel poco di emozione, di pericolo, che viene quando non sai bene dove andare, quando prosegui per qualche metro seguendo una calle che finisce in un canale, che si può solo tornare indietro.”

Le ultime lezioni (Montanaro)

Nel percorso della vita ognuno di noi ha avuto un modello di riferimento, una persona che ci ha dato gli strumenti per affrontare le sfide di ogni giorno. Per qualcuno questo mentore è stato una persona della propria famiglia, altri hanno trovato questa figura all’esterno. Questo libro parla di questo rapporto tra un ragazzo e il suo professore. E’ un libro intenso, a tratti malinconico, a volte crudele, ma anche pieno di riconoscenza e di crescita interiore.

“Senza distacco, senza retorica, mi ripeté più volte di non avere paura. Crescere, mi disse, è perdere opportunità, scegliere una sola esistenza tra le infinite possibili. Lo conosceva bene, lui, lo strazio di dover decidere, di non sentirsi all’altezza di niente. Lo trovava naturale, qualche volta salutare; diffidava delle certezze.”

“Va sempre così, o almeno credo. Si comincia che c’è sempre altro da fare, altre priorità. Poi si aspetta più del solito a mandare un messaggio, perché è da un po’ che non ci si sente, e non viene più spontaneo. E così va a finire che non lo si manda, in fondo non era niente di importante. Ogni tanto, però, viene ancora la nostalgia. Allora si fa una telefonata, ma nessuno risponde, dà un cenno. Si pensa che si sarebbe dovuto richiamare, riprovare, ma non lo si è fatto, e ormai è meglio non farlo più. Il tempo passa, e ci si accorge all’improvviso di quanto ne è passato. Così diventa tutto troppo difficile. Telefonare, scrivere, provare a sentirsi. E finisce che non ci si sente più”