Sono sempre stata attratta dalle saghe familiari e non potevo perdere quest’ultima proposta. L’ho trovata molto interessante, mi è piaciuta l’idea di intercalare alcune digressioni storiche che aiutano a contestualizzare il racconto delle vicende di questa famiglia. Anche se spesso nel racconto vengono sottolineati i difetti dei siciliani, io, che sono innamorata della Sicilia e di Palermo, mi sono deliziata con gli scorci e i profumi che a tratti emergevano.
“Lungo le mura, tra le strade che si affacciano sul Cassaro fino al mare, nell’ombra delle piazze, oltre i bastioni sbrecciati dalla cannonate, il tempo è immobile. Dal mare, arriva un profumo di alghe secche; dalle montagne quello delle zagare in fiore. Sembra quasi che Palermo lasci che le cose accadano addosso. Che sia spettatrice di se stessa. E invece no, perché Palermo è soltanto addormentata. Sotto la pelle di sabbia e pietra, c’è un corpo che pulsa, una corrente di sangue e segreti..”
“Piemontesi, veneti, romani, emiliani scoprono la bellezza sboccata e sensuale di una città che avevano conosciuto solo attraverso le parole dei compagni esuli. La cattedrale con i suoi pinnacoli arabeggianti e il Palazzo reale con i mosaici del periodo normanno sorgono accanto a sontuose dimore barocche, con grandi balconi a petto d’anatra..Che strana città, si dicono, lercia e regale al tempo stesso. Non riescono a staccare gli occhi dai colori, da quelle mura di ocra che sembrano riflettere la luce del sole..”
“Tra le strade, tra i muri di tufo e di pietra, scorre la gente di Palermo, occhi di agata e mani di rame, capelli rossi e pelle di latte. Gente meticcia, gente che accoglie..”
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