La saga di una famiglia del popolo. E’ questa la differenza sostanziale tra questo libro e molti altri che di famiglie hanno scritto. Qui non ci sono palazzi e residenze estive, banchetti e visite di cortesia. C’è la vita, quella di tutti i giorni, la nostra, quella della nostra famiglia o della famiglia dei vicini di pianerottolo. Ripercorre, attraverso le vicissitudini, un secolo di storia recente e per chi, come me, non è più giovane, ricordi di un passato non lontano riaffiorano ed è facile identificarsi con alcuni momenti e personaggi . L’ho veramente apprezzato!
“..La sofferenza si conservava proprio come l’energia. I loro nonni, e in una certa misura i loro padri, avevano dovuto sopportare il dolore fisico, fame e freddo e povertà o comunque una qualche privazione; e ora che questo dolore era terminato, a loro spettava un destino di ferite interiori. Oh certo erano cose da poco. Nessuna guerra che meritasse di finire tra le pagine di un libro: solo una costante paura del futuro, e forse un altrettanto grande timore nel voltarsi, per rimanere pietrificati come in quella storia biblica, statue di sale, sotto il peso di quanto accaduto prima di loro, un cumulo insostenibile di morte e vita, ricchezza e spreco. “
“..Si sentiva come a vent’anni, il corpo intatto, pronto ad affrontare le terse acque del Friuli: e quale incomparabile gioia lasciare a riva libro e quaderno e gettarsi di colpo nell’azzurro. Circondato dagli alberi e dal greto sassoso, sotto un cielo spazzato via dalla luce d’agosto, avanzava a falcate contro le onde, spezzandole quasi fossero fogli di vetro sottilissimo: risaliva il corso per cento, duecento metri senza mollare – finché stanco, come era stanco adesso, non restava con le braccia aperte e la schiena a filo d’acqua, gli occhi inondati dal sole: lasciando che il torrente amico lo trascinasse dove volesse, altrove, altrove, sempre altrove.”